
Il 3 agosto è iniziato il semestre bianco, cioè l’ultimo semestre del mandato del Presidente della Repubblica che scadrà il 3 febbraio 2022. Durante questi sei mesi, secondo quanto sancisce l’articolo 88 della Costituzione, il Presidente non può sciogliere le Camere, a meno che il suo mandato non coincida con la fine della Legislatura, come avvenne per la fine del mandato di Cossiga nel 1992. Ma analizziamo passo dopo passo come avviene l’elezione del Presidente della Repubblica Italiana.
L’elezione del Presidente della Repubblica è regolata dall’articolo 83 della Costituzione: viene “eletto dal Parlamento in seduta comune […]. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio Regionale in modo da assicurare la rappresentanza delle minoranze. La Valle D’Aosta ha un solo delegato”.
Come avviene l’elezione e cosa prevede la Costituzione?

Trenta giorni prima della fine del mandato, come sancito dall’art. 85 della Costituzione, il Presidente della Camera, Roberto Fico, dovrà convocare in seduta comune le Camere per procedere all’elezione del successore dell’attuale Capo di Stato, Sergio Mattarella.
L’elezione avviene a scrutinio segreto ed è necessaria la maggioranza dei due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta (50% + 1 degli aventi diritto al voto).
I grandi elettori (deputati, senatori e delegati regionali) votano nella segretezza dell’urna, all’interno di una cabina denominata “catafalco” e al termine delle operazioni di voto lo spoglio è affidato al Presidente della Camera.
“Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquant’anni di età e goda dei diritti civili e politici” (art. 84).
Le elezioni del Presidente della Repubblica nella storia.
Dal 1946 ad oggi sono dodici i Presidenti della Repubblica Italiana che si sono succeduti nel corso di questi anni.
L’elezione record del Capo dello Stato fu quella di Francesco Cossiga, che con il 75,4% dei voti venne eletto Presidente della Repubblica al primo scrutinio, diventando il Presidente più giovane mai salito al Quirinale (57 anni).
Diversamente, invece, era andata l’elezione del suo predecessore, Sandro Pertini, che fu eletto, sì, con l’82,3% dei voti risultando il più votato nella storia tra i suoi colleghi, ma dovette aspettare il sedicesimo scrutinio per riuscire a salire.
Nessuna elezione, però, batte quella di Carlo Azeglio Ciampi che, grazie ad un accordo tra i vari partiti presenti in Parlamento, fu eletto Presidente della Repubblica al primo scrutinio e in meno di tre ore.



Parte il toto presidente: una donna al Quirinale?
Come per ogni elezione, la storia è sempre la stessa: partiti in conflitto che sembrano ingarbugliarsi, chi ipotizza un Mattarella bis o l’attuale Premier Mario Draghi, il cui nome viene sempre tirato in ballo all’occorrenza.

Sebbene Draghi sia sempre stato considerato il successore naturale di Mattarella, c’è da considerare che ciò potrebbe portare ad elezioni anticipate o ad un altro Governo tecnico, visto che il mandato naturale del Presidente del Consiglio scadrebbe nel 2023.
Il centrodestra, almeno così pare, punterebbe al nome di Silvio Berlusconi. Il nome del cavaliere, però, potrebbe essere bruciato ai primi scrutini e utilizzato per prendere tempo mentre si cerca un nuovo nome che metta d’accordo un’ampia maggioranza parlamentare.
Non manca mai, neppure stavolta, l’ipotesi di una donna come Capo di Stato: donne tirate sempre in ballo, ma mai prese effettivamente in considerazione.
Come ben sappiamo, non c’è mai stata una donna a Palazzo Chigi, né tantomeno al Quirinale e bisogna ricordare che abbiamo dovuto aspettare il 2018 affinché venisse eletta Maria Elisabetta Alberti Casellati alla Presidenza del Senato della Repubblica.

Tra i tanti nomi di donne papabili, non manca mai quello dell’attuale Ministra della Giustizia Marta Cartabia, già tirato in ballo come possibile successore di Conte nel 2021, al quale si aggiungono quelli di Paola Severino (ex ministra della Giustizia), Emma Bonino (già coinvolta nelle Presidenziali del 1999) e Anna Finocchiaro (possibile candidata nel 2013 che fu bruciata da Renzi). Insomma, ci troviamo ad assistere ad una partita apertissima ed ingarbugliata di cui scopriremo il risultato solo alla fine di gennaio del 2022 e che, in una situazione delicata e instabile come questa, potrebbe portare a scenari imprevedibili.

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