Lo studente egiziano finalmente potrà essere scarcerato dopo 22 mesi di detenzione

Primo passo verso l’assoluzione, o almeno è quello che si augura l’associazione Amnesty International, in merito allo studente e attivista  Patrick Zaki che, nella giornata di martedì 7 dicembre 2021, ha ricevuto dal tribunale di Mansura la scarcerazione dopo la terza udienza del processo.

Tutto iniziò il 7 febbraio 2020 quando Zaki, studente universitario iscritto al  master in studi sulla parità di genere Gemma presso l’Alma Mater di Bologna, al rientro in Egitto, dove doveva trascorrere le vacanze assieme alla sua famiglia, viene fermato dalle  autorità locali  all’aeroporto del Cairo.

Le accuse mosse a suo carico riguardano incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie e minacce alla sicurezza nazionale; più nello specifico il ragazzo  è stato accusato per un articolo in merito alla persecuzioni dei cristiani copti e per alcuni post pubblicati su Facebook da un profilo falso, disconosciuto da Zaki stesso..

Secondo il suo avvocato, il giorno del suo arresto Zaki è stato bendato e torturato per 17 ore mentre veniva interrogato in merito alla sua permanenza in Italia, al suo attivismo per la comunità lgbtq+ e ad un presunto legame con la famiglia di Giulio Regeni. Due settimane dopo l’arresto viene comunicato il primo rinnovo di 15 giorni della custodia cautelare; in aula Zaki continua a dissociarsi dall’account di Facebook contenente i post incriminati ma, nonostante ciò, il 5 marzo viene trasferito al carcere di Tora, considerato uno dei peggiori al mondo.

Nel frattempo cresce l’apprensione tra i familiari del ragazzo: Zaki infatti soffre d’asma e senza i suoi medicinali la sua salute rischia di peggiorare e lo scoppio della pandemia di COVID-19preoccupa ulteriormente i genitori. Ma l’appello di questi rimane inascoltato e, proprio a causa della pandemia, iniziano i rinvii delle udienze e diametralmente cessano anche le visite in carcere: Zaki riuscirà a vedere i suoi parenti solo 5 mesi e mezzo dopo il suo arresto.

Intanto la vicenda scuote la sensibilità non solo delle persone vicine a Zaki ma anche della gente comune, tant’è che vengono organizzati numerosi flash mob nelle piazze di Bologna (città dove Zaki studiava) e addirittura in quei mesi la famosa attrice americana Scarlett Johansson posta  un video dove chiede la scarcerazione del ragazzo, facendo così rimbalzare il caso all’attenzione dei media internazionali.

E, dopo infiniti rinvii della custodia cautelare, ecco la svolta: a settembre 2021 Zaki viene accusato di diffusione di notizie false sul sito “daraj” e rischia fino a 5 anni di carcere. L’udienza è fissata il 7 dicembre e proprio in questa data avviene la tanto agognata scarcerazione del ragazzo egiziano.

Nonostante sia stato scarcerato le accuse a suo carico non cadono: sicuramente non cadranno le ultime mosse mentre, per quelle relative all’istigazione al terrorismo, si dovrà attendere il 1º febbraio 2022, quando Patrick sarà chiamato a ripresentarsi davanti alla corte d’appello.

Andrea Chiummo
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