Mentre la morte piomba inesorabilmente su uomini, donne e bambini nella foresta, continuano, senza produrre alcun risultato, le trattative tra il governo Polacco, l’UE e il governo Bielorusso. Stando a ciò che riportano i media italiani, l’UE accusa Minsk di strumentalizzare i migranti per motivi geopolitici, al fine di danneggiare l’Europa facendo leva sulla scarsa propensione dei paesi dell’est ad accogliere i profughi. A sostenere la Bielorussia è invece la Russia di Vladimir Putin, che ha definito inaccettabile il lancio dei lacrimogeni contro i migranti da parte dei militari polacchi. Varsavia, intanto, ha già annunciato la costruzione di un muro. 

Un altro muro sorgerà a breve sulla terra, per dividere umano da umano, nero da bianco, povero da ricco. Ancora una volta una cortina di cemento, ferro e acciaio allontanerà esseri umani dal proprio diritto alla vita per “difenderne” altri, per difendere l’idea anacronistica di Patria, la cui difesa coincide, ovviamente, sempre con gli interessi economici e politici di chi la governa. È per difendere la Patria e la tanto millantata identità nazionale che i governi del mondo decidono ogni giorno di uccidere migliaia di persone; è per la Patria e per l’identità nazionale che i muri sorgono; è per la Patria e per l’identità nazionale che l’uomo uccide un altro uomo per non vederlo fratello o sorella.

Da settimane la crisi migratoria in Est Europa ha raggiunto il suo apice, da settimane i vertici delle maggiori autorità mondiali si schierano senza schierarsi, si battono senza combattere, si proclamano amici o nemici l’uno dell’altro mentre le contraddizioni di un sistema sociale, economico e politico in putrefazione emergono sempre di più ogni  volta che una vita si spegne. E di vite se ne spengono tante.

Il premier Draghi ha incontrato il 9 dicembre il presidente polacco Morawiecki.

Morawiecki (web)

Al termine del colloquio, non una parola è stata proferita da Varsavia al fine di tutelare le  persone accampate al confine. Lo stesso Morawiecki ha dichiarato, stando a ciò che ha riportato Rai News: “Abbiamo sollevato la questione dei migranti. L’Europa deve rendere sicuri i propri confini. Sono contento che il nostro punto di vista sia condiviso”. L’Italia e la Polonia sono state poi definite dal premier polacco “non solo partner, ma anche amici”, senza che Roma facesse nulla per smentire ciò . Il governo italiano, così facendo, si dichiara di fatto complice delle atrocità commesse al confine, limitandosi a criticare timidamente il lancio di lacrimogeni e l’utilizzo di idranti con acqua gelata per respingere l’umanità morente in cerca di salvezza.

L’Italia resta immobile, l’Europa tuona contro un nemico che non è altro che il sistema che essa stessa ha contribuito a creare, i soldati restano inermi e gli esseri umani restano nella foresta. Ma quanti umani ancora dovranno morire affinché si capisca  che i confini sono solo una macchina di morte? Quante vite dovranno ancora essere spezzate prima che diventi scontato salvare un bambino seminudo steso sulla neve o una bambina persa tra le onde di un mare nero come la morte?

Per ogni uomo morto su un confine in cerca di salvezza, l’ideale sul quale la società civile è costruita muore. Le idee muoiono, la civiltà muore, e noi continuiamo a restare indifferenti.

Simone Staiano
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  1. Questi dati mostrano il numero totale di dosi somministrate in ogni località. Dato che alcuni vaccini richiedono più di una dose, il numero di persone con vaccinazione completa è spesso inferiore.

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