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L’obiettivo di questa petizione dovrebbe essere,
almeno per chi l’ha lanciata e firmata, di rendere
più sicure le donne durante i viaggi proteggendole
da eventuali molestie o violenze sessuali. Non sembra
essere una proposta nuova o inattuabile perché è già
stata realizzata in altri paesi, come in Germania, dove
una compagnia ferroviaria nel 2016 decise di istituire
dei vagoni per sole donne, posti nelle vicinanze degli
uffici dei controllori e degli operatori di servizio.
In Giappone, addirittura, esistono metro per sole
donne. Sembra che quasi dovunque, anche in paesi
considerati “moderni”, la libertà e la sicurezza
personale delle donne non siano un diritto inviolabile
e sempre garantito, perché uomini come quelli della
notte del 3 dicembre continuano a sentirsi intitolati a
limitare e violare le donne. Quando la donna è sola,
senza un uomo come accompagnatore, il molestatore
si sente in diritto di non rispettare i suoi spazi, lei e la
sua privacy, al punto che sta nascendo il bisogno
sociale di proteggersi dagli uomini. È come se, in
assenza di un uomo, non ci fosse nessuno da
oltraggiare, nessuno a cui dare conto, come se si
considerasse la donna ancora un possesso senza
diritti sul suo corpo, come se vivessimo ancora in un
passato in cui la donna viene scambiata per del
bestiame.